Spesso nel linguaggio comune si tende a usare i termini “psicologo”, “psicoterapeuta”, “psichiatra” o “psicanalista” in maniera indiscriminata, come fossero sinonimi. C’è infatti molta confusione sulle diverse figure che si occupano della salute mentale, a dimostrazione del fatto che c’è una scarsa conoscenza delle competenze e dei ruoli di queste figure professionali. È tuttavia importante capire quali sono le principali differenze, per poter rivolgersi al professionista più adeguato in base alla specifica necessità.
Iniziamo dando una definizione di psicologia, quale scienza che studia i processi della mente, del comportamento e le dinamiche relazionali. I principali ambiti di applicazione della psicologia sono:
- ciclo di vita (infanzia, adolescenza, coppia e sessualità, gravidanza, terza età)
- salute e clinica (diagnosi psicopatologica, sofferenza psichica, ipendenze, riabilitazione dei disturbi cognitivo-neuropsicologici, eventi traumatici)
- educazione e sviluppo (scuola, genitorialità, disturbi dell’apprendimento)
- lavoro e organizzazioni (ad esempio selezione del personale, formazione, mobbing, burnout, stress lavoro correlato, team building)
- giuridica e forense (ad esempio consulenze tecnico giudiziarie, tutela minori)
- sport (ad esempio coaching, motivazione)
- marketing (ricerche quantitative e qualitative, studi sulla psicologia del consumatore, stili di consumo)
Lo psicologo è quindi un professionista sanitario che opera per la salute e il benessere delle persone, dei gruppi, degli organismi sociali e della comunità.
L’obiettivo dello psicologo è valorizzare le abilità e le risorse attraverso un’attenzione focalizzata al funzionamento della mente, con le sue componenti fisiologiche, psicologiche, relazionali e ambientali.
Per diventare psicologo serve una laurea magistrale in psicologia, effettuare un tirocinio professionalizzante e superare un esame di stato, mediante il quale si ottiene l’abilitazione alla professione. Per esercitare, infine, è necessario essere iscritto ad un albo professionale regionale.
Lo psichiatra è un medico specializzato che si focalizza sull’intervento farmacologico per il trattamento dei disturbi psichici. Ha quindi conseguito una laurea in Medicina e Chirurgia, e una successiva specializzazione in Psichiatria. Si occupa dello studio, della prevenzione, della cura e riabilitazione dei disturbi mentali e dei comportamenti patologici.
In quanto medico lo psichiatra può prescrivere farmaci. Lo psicologo invece può utilizzare solo il colloquio psicologico e non può in nessun caso prescrivere psicofarmaci.
Lo psicoterapeuta è uno psicologo, o un medico, che dopo la laurea in Psicologia o in Medicina, e l’iscrizione all’albo, ha completato una specializzazione post-universitaria di almeno 4 anni, conseguendo un diploma presso un istituto riconosciuto e accreditato dal Ministero dell’Istruzione.
La psicoterapia è una pratica terapeutica che si occupa di disturbi psicologici, con lo scopo di promuovere un cambiamento nelle emozioni, nei pensieri, nei comportamenti e nelle relazioni, tale da alleviare la sofferenza della persona che ha chiesto aiuto. Il principale strumento di terapia è il colloquio, mediante il quale si punta a favorire il cambiamento consapevole dei processi psicologici da cui dipende il malessere, connotato spesso da sintomi come ad esempio ansia, depressione, ecc.
Lo psicanalista, infine, è un psicoterapeuta che basa la propria pratica clinica su di uno specifico approccio di riferimento, ovvero quello psicanalitico. La teoria di riferimento è quella freudiana, e si distingue dagli altri approcci per le strategie di intervento, per la durata delle sedute, e la loro frequenza.
Come si sarà notato, le differenze tra queste figure professionali non riguardano solo la natura delle attività professionali, ma anche il percorso formativo che è stato intrapreso. L’ambito di lavoro è sempre la psiche, ma le modalità e gli strumenti attraverso cui il lavoro viene svolto sono differenti.